La parete Nord

al Festival della Brescianità

di e con Alessandro Manzini

musiche originali di Paolo Ingraito

Nella prefazione del libro “La parete nord” si legge: 

ci piace qui unire nella memoria, il suo sacrificio per la Patria e per i suoi compagni, con il suo amore per la montagna, due cose che, crediamo, abbiano come radice comune un profondo amore per la libertà. 

Tita Secchi racconta in prima persona l’impresa della scalata della parete Nord dell’Adamello, da Pontedilegno a Pontedilegno, compiuta con l’amico Gianni nell’arco di un giorno e una notte. Giannetto Valzelli nel 1964 ricorda gli ultimi giorni di vita del pastore Franco, ucciso il 16 settembre del 1944 dai nazifascisti. Aveva scelto il nome Franco nei suoi anni da partigiano Tita Secchi, ma gli abiti da pastore non lo salvarono. 

È il 25 agosto del ’44 quando alla baita di Paio, che di lì a poche ore sarà preda di un’imboscata nazifascista, i partigiani Aldo, Andrea, Hermann e i due giovani detti il Rigo e il Bocia si danno i turni per stare di sentinella; chi non sta di guardia è davanti al debole fuoco ad ascoltare Tita che racconta l’impresa della parete Nord; la narrazione della scalata si intreccia dunque alle ultime ore del pastore Franco; due storie, due scalate per la libertà verrebbe da dire, se non fosse che l’enfasi retorica di queste parole non appartengono né a Tita né a Franco.