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Asja Lacis e i bambini di Orël

Asja Lacis

Descritta come “la donna che incantò gli intellettuali degli anni venti” Asja è molto di più: la creatrice dell’animazione teatrale con i ragazzi.

ASJA, BERTOLD, WALTER

ASJA LACIS Nasce in Lettonia nel 1891 e segue studi universitari e teatrali a Pietroburgo e a Mosca. Negli anni venti collabora alle regie di Brecht, dimostrando grande talento registico e una formazione teatrale molto approfondita; nel 1924 a Capri conosce Walter Benjamin e insieme scrivono il “Manifesto per un teatro proletario dei ragazzi”, un testo di riferimento per l’animazione teatrale degli anni settanta.

I BAMBINI DI OREL

Siamo negli anni 1918-1919, un periodo di cambiamenti repentini e di grande fermento, soprattutto in Russia: il teatro irrompe nella strada e la strada nel teatro. Girando per la città di Orel, Asja si accorge che ci sono schiere di bambini che vivono per le strade, nelle piazze dei mercati, nei cimiteri, nelle cantine, nelle case distrutte; sono bambini abbandonati, i besprisorniki, che per sopravvivere si costituiscono in bande: armati di spranghe di ferro e bastoni girano per la città, rubano, rapinano, uccidono.

Gli orfani di guerra invece sono accolti negli ospizi municipali e sono trattati più decorosamente, hanno da mangiare e da dormire ma, racconta Asja, si guardano intorno come vecchi: occhi stanchi, tristi, nulla li interessa. Bambini senza infanzia.

Asja progetta un lavoro molto approfondito e innovativo con un gruppo di questi bambini. Avvia un progetto con il responsabile dell’istruzione popolare della città: è prevista un’affluenza di 15 bambini, ne arrivano 100. Con cinquant’anni di anticipo rispetto all’animazione teatrale europea, vengono attivati laboratori ripartiti in sezioni: per sviluppare l’occhio, la vista, i bambini dipingono e disegnano; un pianista guida l’educazione musicale, altre sezioni sono dedicate all’addestramento tecnico, al ritmo, alla ginnastica, alla dizione e all’improvvisazione. E’ un teatro in cui i bambini recitano per i bambini.

CATTURARE I BANDITI

ovvero il momento emozionante in cui per la prima volta riuscì a coinvolgere i bambini di strada nelle attività teatrali

I besprizorniki

«Quando rivolsi loro la parola per la prima volta e li invitai a venire da noi, mi schernirono, mi minacciarono con i bastoni e mi mandarono a quel paese. Ma io ritornai. Si abituarono a me e ai nostri battibecchi, tanto che se rimanevo lontana molto tempo e poi tornavo, mi si facevano intorno urlando, come una vecchia conoscenza.» 

Mentre nelle strade portava avanti una paziente opera di avvicinamento e conoscenza, i laboratori proseguivano con gli orfani di guerra degli ospizi comunali. Fino a quando…

«Diedi loro come esercizio di improvvisare una scena in cui alcuni predoni siedono nella foresta intorno al fuoco e si vantano delle proprie imprese. Nel bel mezzo di questa scena ricevemmo, poco dopo, la prima visita dei besprisorniki alla nostra casa: elmi di carta sul capo, corazze di rami e pezzi di latta, picche e bastoni in mano. Convinsi i bambini a continuare l’improvvisazione senza prestare attenzione agli intrusi. Dopo un po’ Vanika, il capo dei besprisorniki, entrò nel cerchio di quelli che recitavano e fece un cenno al suo gruppo: i compagni spinsero da parte i bambini e cominciarono a recitare essi stessi la scena. Si vantavano di assassinii, incendi, ruberie, con cui cercavano di superarsi a vicenda in crudeltà; poi si alzarono e squadrarono con disprezzo beffardo i nostri ragazzi: “Ecco come sono i briganti!” »

Per conquistare la fiducia dei besprisorniki, Asja li ha attirati pian piano nella casa in cui si tenevano i laboratori e nel contempo ha preparato loro, come accoglienza, un momento teatrale su misura, un’improvvisazione molto vicina a loro. Sono passati quasi cento anni dall’esperienza di Orel, eppure l’approccio antiautoritario, che vede nel bambino il protagonista del rapporto educativo, è ancora attualissimo e innovativo. Grazie Asja.

Per raccontarvi Asja Lacis abbiamo letto: Lacis A., Revolutionär im Beruf. Berichte über proletarisches Theater, über Meyerhold, Brecht, Benjamin und Piscator, Rogner und Bernhard, München, 1971, trad it. Professione: rivoluzionaria, Feltrinelli, Milano, 1976 (traduzione di Eugenia Casini-Ropa)

Se vi interessa lo trovate qui

Mentre a questo link trovate un intervista di Chiara Lupi a Andris Brinkmanis che approfondisce l’argomento con riferimenti testuali ed iconografici.