La griglia macchiata

L’idea felice della costruzione di una griglia nasce durante il tempo del confinamento.

L’esigenza principale era trovare una soluzione all’interazione dal vivo in una situazione di distanziamento ravvicinato. Il famoso “1 metro” dal prossimo. Così è nato un quadrato formato da 49 quadrati in cui poter far muovere gli allievi delle scuole mantenendo la distanza ministeriale.

Sono 3 anni che usiamo la griglia macchiata

Settembre 2020 la griglia in fase di costruzione all’uncinetto

E ora vi possiamo dire con soddisfazione che

la consigliamo a tutti i maestri

Nel tempo si è dimostrata una grande alleata ad un numero sorprendente di esercizi di gruppo.

i vantaggi:

è pensata come un materiale scientifico e creativo insieme

(49 quadrati divisi in 7 file colorate secondo i colori dell’arcobaleno)

Aiuta gli allievi a muoversi nello spazio secondo riferimenti sensoriali e ad interagire fra loro in un ambiente regolato

Rende possibili tutti gli esercizi che prevedono un crescendo o un diminuendo (nell’intensità del gesto, della voce, della sensazione, del tempo, del tono…)

come autoprodurla

Comprate dei gomitoli di acrilico piuttosto spessi (in fibra naturale e colorato con bucce di cipolla e altre tinte naturali sarebbe meglio, in assenza potete procedere con) quelli da 2,50 € dei cinesi. Io ho scelto i colori che mi sembravano più brillanti e riconoscibili (rosso, arancione, giallo, verde, cyan, blu, viola). Sono dei colori che richiamano la bandiera della pace.

Iniziate a lavorare con l’uncinetto una catenella con il primo gomitolo.

144 punti circa per lato. Una volta completati i primi 576 punti avete finito il primo quadrato. Ne dovete fare altri 7 con quel colore unendoli man mano che vengono lavorati poi, tutto attorno al rettangolo da 7+1 rosso che avete creato fate un altro giro di uncinetto, ponendo attenzione ad appiattire il lavoro e ad evitare che si arrotoli su se stesso (attenzione ai nodi).

Arrivati a questo punto penso si sia capito se no, cioè, io penso che la mia mamma la sappia fare ma se vado avanti con i numeri non la fa e insomma metto un disegnino esplicativo a breve qui sotto per farvi vedere come potete farla da sole (e qui discrimino perché Ale mi ha detto che tutti i genitori che notano che la griglia è stata fatta a mano sono donne).

La griglia macchiata al momento è un pezzo unico (la nostra ha anche un “errore teatrale” al suo interno) ma non vediamo l’ora di condividere con voi un po’ di più di questo strumento super utile per la didattica!

http://www.hotpotatoes.it/2020/04/13/asja-lacis-mandorle-e-rivoluzione/

Asja Lacis e i bambini di Orël

Asja Lacis

Descritta come “la donna che incantò gli intellettuali degli anni venti” Asja è molto di più: la creatrice dell’animazione teatrale con i ragazzi.

ASJA, BERTOLD, WALTER

ASJA LACIS Nasce in Lettonia nel 1891 e segue studi universitari e teatrali a Pietroburgo e a Mosca. Negli anni venti collabora alle regie di Brecht, dimostrando grande talento registico e una formazione teatrale molto approfondita; nel 1924 a Capri conosce Walter Benjamin e insieme scrivono il “Manifesto per un teatro proletario dei ragazzi”, un testo di riferimento per l’animazione teatrale degli anni settanta.

I BAMBINI DI OREL

Siamo negli anni 1918-1919, un periodo di cambiamenti repentini e di grande fermento, soprattutto in Russia: il teatro irrompe nella strada e la strada nel teatro. Girando per la città di Orel, Asja si accorge che ci sono schiere di bambini che vivono per le strade, nelle piazze dei mercati, nei cimiteri, nelle cantine, nelle case distrutte; sono bambini abbandonati, i besprisorniki, che per sopravvivere si costituiscono in bande: armati di spranghe di ferro e bastoni girano per la città, rubano, rapinano, uccidono.

Gli orfani di guerra invece sono accolti negli ospizi municipali e sono trattati più decorosamente, hanno da mangiare e da dormire ma, racconta Asja, si guardano intorno come vecchi: occhi stanchi, tristi, nulla li interessa. Bambini senza infanzia.

Asja progetta un lavoro molto approfondito e innovativo con un gruppo di questi bambini. Avvia un progetto con il responsabile dell’istruzione popolare della città: è prevista un’affluenza di 15 bambini, ne arrivano 100. Con cinquant’anni di anticipo rispetto all’animazione teatrale europea, vengono attivati laboratori ripartiti in sezioni: per sviluppare l’occhio, la vista, i bambini dipingono e disegnano; un pianista guida l’educazione musicale, altre sezioni sono dedicate all’addestramento tecnico, al ritmo, alla ginnastica, alla dizione e all’improvvisazione. E’ un teatro in cui i bambini recitano per i bambini.

CATTURARE I BANDITI

ovvero il momento emozionante in cui per la prima volta riuscì a coinvolgere i bambini di strada nelle attività teatrali

I besprizorniki

«Quando rivolsi loro la parola per la prima volta e li invitai a venire da noi, mi schernirono, mi minacciarono con i bastoni e mi mandarono a quel paese. Ma io ritornai. Si abituarono a me e ai nostri battibecchi, tanto che se rimanevo lontana molto tempo e poi tornavo, mi si facevano intorno urlando, come una vecchia conoscenza.» 

Mentre nelle strade portava avanti una paziente opera di avvicinamento e conoscenza, i laboratori proseguivano con gli orfani di guerra degli ospizi comunali. Fino a quando…

«Diedi loro come esercizio di improvvisare una scena in cui alcuni predoni siedono nella foresta intorno al fuoco e si vantano delle proprie imprese. Nel bel mezzo di questa scena ricevemmo, poco dopo, la prima visita dei besprisorniki alla nostra casa: elmi di carta sul capo, corazze di rami e pezzi di latta, picche e bastoni in mano. Convinsi i bambini a continuare l’improvvisazione senza prestare attenzione agli intrusi. Dopo un po’ Vanika, il capo dei besprisorniki, entrò nel cerchio di quelli che recitavano e fece un cenno al suo gruppo: i compagni spinsero da parte i bambini e cominciarono a recitare essi stessi la scena. Si vantavano di assassinii, incendi, ruberie, con cui cercavano di superarsi a vicenda in crudeltà; poi si alzarono e squadrarono con disprezzo beffardo i nostri ragazzi: “Ecco come sono i briganti!” »

Per conquistare la fiducia dei besprisorniki, Asja li ha attirati pian piano nella casa in cui si tenevano i laboratori e nel contempo ha preparato loro, come accoglienza, un momento teatrale su misura, un’improvvisazione molto vicina a loro. Sono passati quasi cento anni dall’esperienza di Orel, eppure l’approccio antiautoritario, che vede nel bambino il protagonista del rapporto educativo, è ancora attualissimo e innovativo. Grazie Asja.

Per raccontarvi Asja Lacis abbiamo letto: Lacis A., Revolutionär im Beruf. Berichte über proletarisches Theater, über Meyerhold, Brecht, Benjamin und Piscator, Rogner und Bernhard, München, 1971, trad it. Professione: rivoluzionaria, Feltrinelli, Milano, 1976 (traduzione di Eugenia Casini-Ropa)

Se vi interessa lo trovate qui

Mentre a questo link trovate un intervista di Chiara Lupi a Andris Brinkmanis che approfondisce l’argomento con riferimenti testuali ed iconografici.

Fai parlare la scopa! Ovvero Chat GPT e il teatro dell’assurdo

Abbiamo sperimentato Chat GPT, il nuovo strumento di AI prodotto da OPENAI chiedendoci se potesse tornarci utile per il lavoro con i bambini e i ragazzi. I risultati sono sorprendenti. Per chi non la conoscesse CHAT GPT è una CHAT con un’intelligenza artificiale progettata per simulare conversazioni tra umani.

Abbiamo chiesto di scriverci questo copione:

E dopo qualche secondo la Chat ha iniziato a generare la risposta:
Fa sorridere che per Chat GPT tutti i personaggi in una scena di teatro dell’assurdo debbano essere vestiti in modo bizzarro e grottesco. Se l’esperimento finisse qui sarebbe solo un bel gioco di copia e incolla ma la cosa interessante sta proprio nel fatto che essendo una chat si possono chiedere dei cambiamenti e si può insistere per ottenerli. State a vedere: quando le abbiamo chiesto di far parlare la scopa si è rifiutata:

Ma non ci siamo arresi e abbiamo insistito:

Ci saremmo aspettati di ricevere la stessa risposta, come nelle avventure grafiche degli anni novanta (Non posso farlo! Non posso farlo! Non posso farlo!) e invece… sorpresa! L’intelligenza artificiale ci ha assecondati e ha riscritto la scena facendo parlare la scopa e inventandosi una giustificazione per risolvere la questione.

Cosa c’è di insensato nella scena riscritta? Che la scopa non potrebbe parlare non tanto in quanto scopa ma in quanto morta perché è stata assassinata. Abbiamo incalzato la chat sulla questione e “lei” ha tentato di giustificarsi, dimostrando che anche un’intelligenza artificiale può arrampicarsi sugli specchi:

In conclusione ci pare che questi nuovi strumenti possano essere un supporto alla creatività, se usati bene. Compito di noi educatori è aiutare i più giovani a servirsene in modo consapevole individuandone rischi e potenzialità per poterli utilizzare senza esserne sopraffatti.

CHAT GPT può diventare uno strumento creativo

Quali software scegliamo per scrivere i copioni?

Software per scrivere i copioni

Scrivere un copione per un laboratorio teatrale è un po’ come tentare di cucire un abito su misura ad ogni partecipante, avendo a disposizione una quantità limitata di stoffa che deve coprire tutti nel modo migliore.

Ogni volta che scriviamo una storia siamo guidati da alcune domande che stabiliscono le priorità: le parti sono bilanciate? Tutti hanno la possibilità di esprimersi? Quali sono le necessità di ogni allievo?

Per questo motivo negli anni siamo andati alla ricerca di strumenti che potessero aiutarci a scrivere in modo efficace.

I vantaggi di un software specifico

Rispetto ad un classico software di elaborazione testi tutti questi programmi presentano alcuni vantaggi specifici: nella scrittura del copione vengono riconosciuti personaggi, dialoghi, azioni, cambi scena, indicazioni tecniche eccetera. Di conseguenza è poi possibile riorganizzare i dati e creare statistiche che aiutano ad avere sotto controllo la struttura del testo.

Nel corso degli anni abbiamo avuto modo di provare alcuni software presenti sul mercato e di farci un’idea. Come spesso accade ogni scelta porta con sé vantaggi e punti deboli, così in questo articolo vogliamo condividere l’idea che ci siamo fatti. Iniziamo:

Final Draft

E’ il software più utilizzato al mondo per la scrittura di sceneggiature cinematografiche e teatrali e rappresenta lo standard nel settore. Oltre alla possibilità di scrittura collaborativa consente di creare report dettagliati per ogni personaggio: in particolar modo è possibile creare report di ogni personaggio con numero di battute e di parole pronunciate. Le caratteristiche sono davvero molte e permettono un’analisi approfondita dei personaggi e delle scene, anche attraverso la costruzione di una timeline che ipotizza la durata dello spettacolo in base alle battute scritte.

Dove sta il problema? Indovinate un po’? Esatto, il prezzo non è proprio accessibile: €223 circa (a seconda del cambio); se avete la fortuna di essere docenti o studenti ve la potete cavare con €116. Beati voi…

CELTX

Questo programma pare interessante perché si concentra sulla scrittura collettiva. Dispone di diverse applicazioni specifiche per la scrittura di copioni teatrali, cinematografici, videogiochi, eccetera. Le funzioni statistiche sono buone ma non all’altezza di Final Draft. I costi? Brutte notizie, il software inizialmente gratuito ora richiede un abbonamento da €15-20 al mese. Considerando che per sfruttarne al meglio le potenzialità in un lavoro con una classe sarebbe necessario acquistare una licenza collettiva e lavorare in scuole con buone dotazioni informatiche (il che non è per niente scontato), la soluzione diventa off limits.

Dunque? Possibile che non ci siano soluzioni a basso costo? Quando ce lo siamo chiesti eravamo al volante della nostra Dacia Dokker e improvvisamente ci è venuta l’illuminazione: guardiamo all’est! E infatti la soluzione era proprio lì ad aspettarci:

KIT SCENARIST

Si tratta di un programma gratuito (sì, sì, gratuito) che permette di fare tutto ciò che serve per scrivere copioni. Certo, le statistiche non sono complete come nei fratelli a pagamento ma si tratta di un ottimo programma. Offre anche la possibilità di tenere tutto aggiornato in cloud per lavorare da qualsiasi dispositivo o da tablet. In tal caso l’abbonamento è di 5$ al mese (ma con qualche accortezza si può fare tutto con dropbox). Dunque questa al momento è la nostra scelta. PS: non lasciatevi spaventare dal sito in cirillico, c’è anche la versione in inglese e il software è addirittura in italiano!

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Tra tutti i programmi abbiamo scelto Kit Scenarist perché

  1. È gratuito. Non come quelle applicazioni che hanno una versione gratuita e poi scopri che senza l’upgrade non puoi fare nulla. No, questo è proprio gratuito!
  2. Ha un’ottima sezione di statistiche rispetto ai programmi più blasonati come FinalDraft o CeltX
  3. Possiede strumenti efficaci per l’ideazione delle storie: all’interno di ogni progetto si possono creare mappe concettuali, allegare immagini o documenti di testo. Qualcuno dirà: ci sono già applicazioni per creare mappe concettuali… vero. Ma sai che comodità avere tutto nello stesso progetto?

Condividere un copione con Kit Scenarist significa non solo mettere a disposizione una storia da rappresentare, ma offrire uno strumento versatile ed estremamente efficace per adattare la storia a nuovi contesti.