Le storie degli eroi

La Pizia, Antigone, Medea, Penelope, Giasone e Atalanta, Giocasta, Le Gorgoni, Edipo, Eracle, Psiche

LA PIZIA

Ao annamo forza, chiedete quello che volete chiedere, con calma e senza assembramenti so tre mesi che ce lo dicono. E daje ao, c’è qualcuno che ancora non ha capito. Chissà che prima o poi ce la facciamo: c’è molta speranza diceva kafka, un’infinita speranza… ma non per noi.
Insomma che volete, si può sapè? Tutti vogliono qualcosa da me… c’era un uomo, si chiamava Cadmo o qualcosa del genere. Era partito dal Libano verso la Grecia. S’era portato la madre e sperava di ritrovare sua sorella: Europa. Ma dico se pò chiama na figliola Europa? E quando scappa de casa la chiamamo Brexit? Comunque more la madre, more la speranza e lui che fa? viene da me. Je dico, ascolta Gramsci:
(un po’ in trance)
“I piú calmi, sereni e misurati sono i contadini; poi vengono gli operai, poi gli artigiani, quindi gli intellettuali, tra i quali passano raffiche improvvise di follia assurda e infantile”
(torna in sè)
Me dice “Cheee?” Pijiate ‘na vacca e trovate un pezzo de tera bona! E conosci te stesso, questo te lo dico aggratis, li mortacci tua! E così nacque Tebe.
Poi vabbè… capirai.. l’acqua era del dio della guerra, la custodiva un serpente e quello che fa? Uccide il serpente: otto anni de guera!
C’aveva ragione l’Alda Merini: le mosche non riposano mai perché la merda è davvero tanta…
la mia poesia preferita. Un po’ de mmerda ce la trovate pure stasera, ‘sti eroi li conosco come le tasche del mio grembiule.
Quello s’è sposato la madre, el palestrato ja menato al maestro di musica, ce sta la maga che prova a farti le carte, ma lasciamo perde non ve confondete con sta gente.
Come dice Trump: so io il brand più sexy del mondo!
La Pizia! So io che conosco tutti i vostri segreti, pure quelli che manco sapete d’avere. Perciò stay calm and wash your hands: lavateve le mani!
Vabbè, ve stavo a dì de Cadmo no? Quello de Tebe. Ce sarebbero un sacco de cose da dì, io ciò provato pure ad aiutallo ma è andata a finì che la storia del serpente ie s’è ritorta contro, è diventato ‘na serpe pure lui.
Ao l’ha detto anche Cristiano Ronaldo: persino Dio non riesce ad accontentare tutti!
E conosci te stesso lo aggiungo io, aggratis.
(un po’ in trance)
il tempio glorioso è caduto in rovina Apollo non ha più un tetto sul capo; le foglie degli allori sono silenziose, le sorgenti e i ruscelli profetici sono morti!
(torna in sè)
Ao annatevene che famo notte e tu lilla accompagnaceli va! Che mo ce stanno gli attori che ve fanno tanto divertì e ve fanno tanto emozionà. Questa è de Conte, ve la ricordate? Se vedemo eh… Me trovate qui all’ombelico del mondo… Er teatro..
(andandosene)
Ah Ah, questa si ch’è bella… Er teatro!

ANTIGONE

Se al tavolo delle negoziazioni per la pace ci fossero sempre delle donne le trattative si risolverebbero più semplicemente perché le donne portano al tavolo i problemi di tutti i giorni, quelli pratici…
come lavarsi dopo uno stupro, come fare colazione, pranzo e cena con un chilo di farina per 20 persone, come trovare un dottore per il tuo bambino che ha un anno e pesa 3 chili o come allontanare l’odore di putrefazione dall’uscio di casa.
Sembra lontano da qui, dietro lo schermo, ma c’è. Non avete voglia di sentirlo vero? Fate pure, voltatevi, cambiate pure appartamento, andate a laccarvi le unghie da quella del piano di sopra tanto anche se ti accechi – come mio padre – la puzza di morte ti entra in casa lo stesso.
Non ci sono muri di confine che la tengano la puzza di morte e anche se il mare nasconde il cadavere sul fondo qualcosa di doloroso e nauseabondo penetra nelle narici e ci rimane. E io ve lo voglio dire che qualcuno è morto, non è che lo voglio seppellire, mi basta un gesto di polvere, una carezza da niente… è solo che voglio dargli il rito che si merita, quella forma di rispetto che si chiama… umanità, ecco.
Non voglio, non posso lasciarlo in pasto ai cani. Non sopporto che i brandelli che ne restano diventino bandiere.
Mia sorella mi dice sempre che me ne sto qui chiusa in casa, che sembro sepolta viva… Invece è lei quella morta, con la sua vita sociale di cene e bacioni, con quei selfie che sembrano le prove per la foto della lapide.
Io no, io alle cene eleganti non ci vado e quei suoi amici al governo mi fanno venire il vomito, collusi, ignobili, corrotti, servi delle armi, dei capitali, del niente.
Quando mio fratello è morto ho giurato a me stessa di trovare giustizia e ogni giorno, bracciata dopo bracciata, in questo mare di dolore io la cerco. Come si cerca un mondo possibile.
È una luce lontana e le onde di questo mare si gonfiano di manganellate e sputi e calci ma io ho giurato di trovarla quella giustizia e non smetterò di lottare finché le mie spalle avranno la forza di portare il peso di quei corpi. Che sono morti.

MEDEA

Intanto salve, benvenuti! Chi è che ha bisogno? Ve lo dico subito, la mia specialità sono le questioni di letto: fertilità, fascinature, robe di questo tipo… ultimamente leggo anche le carte se me lo chiedono, però ve lo dico subito: il futuro per me è sempre luminoso… ça va sans dire… mio nonno era il sole! mon grand-père c’est le soleil, mi abuelo es el sol, o’ sole… Non so se mi capite, a volte ho voglia di tornare a casa dalla mia gente.
(si incanta a guardare l’altrove)
Ma ditemi ditemi pure, chi è che di voi ha bisogno? C’è qualcuno che sospetta un tradimento? Ho la soluzione perfetta per voi…
con questo unguento rendete il vostro compagno sterile per sempre!
(zac-zac con la forbice)
Stérile, estéril, kaputt! Come? Vi pare un po’ eccessivo?
(zac)
Posso proporvi anche dei rimedi più doux, suave, soft! … Tre stille di sangue del mignolo della mano destra possono fare miracoli… Quello che conta è saper fare per bene la legatura. Che c’è vi faccio paura? est-ce que je vous fais peur? miedo? e fate bene ad avere paura. Queste non sono bambinate, cose da ridere, jouets, puerilidad, enfantillage… nein! Se siete venuti qui è perché cercate roba forte.
Questo qui ad esempio, questo è un farmaco che ho fatto con le mie mani. Altro che viagra calabrese… viene da una pianta nata dal sangue di Prometeo. Quando l’ho raccolta ero alle pendici del Caucaso, vi giuro che la terra ha tremato. Questo qui rende invincibili davvero… una spalmatina di questo e siete pronti ad affrontare anche i draghi.
Va bene, Alè je vois que tu n’es pas encore prêt pour ça, facciamo la solita lettura e non se ne parli più, tanto è sempre quella che volete, avanti lei mi dica un numero dispari da uno a tre… uno dos tres… Un deux trois… Si concentri bene… ek do teen… voilà.
(In base alla carta estratta fra quelle dei tarocchi macchiati segue lettura sulla base del canovaccio)
C’è qualcuno fra di voi dell’ariete? … è che io ci sono affezionata a quel segno, mi ricorda un amore. Sapete di quelli veri, che quando ti trafigge il cuore non puoi fare altro che seguirlo in mare… Via via, lasciatemi sola.
(Rimane con lo sguardo persa nei suoi pensieri d’amore…)
Ah l’amour!… a soggetto in varie lingue.

PENELOPE

(Sta lavorando con la macchina da cucire)
Sono nera con mio marito, va bene?Nera. Gli avevo detto, amore il letto scegliamolo con criterio per favore. Ci sono quelli con i cassetti sotto hai presente? Saranno comodi? D’estate ci metti il piumone, ci metti le federe, le lenzuola pulite. Io volevo uno di quelli… ma tipo Ikea, non è che volessi il letto firmato Enrico Coveri. Cara ci penso io, non entrare in camera da letto che faccio io. Un momento! Maledetti proci, scusate.
(va alla porta e apre leggermente)
Sì caro dimmi, cosa c’è stavolta? Ma che bei fiori, sei proprio romantico. Purtroppo sono allergica.. Eh, caro mio, lascia perdere dai che sto finendo di cucire. Sì ti chiamo io quando ho finito… Ma che carino grazie…
(chiude la porta)
Che pazienza con gli uomini. Cosa stavo dicendo? Ah, il letto. Lui è anche bravo come falegname, bricolage, fai da te, in garage si diverte. Passano tre giorni, niente. Comincio un po’ a preoccuparmi perché lo conosco, quando si fa prendere dall’entusiasmo, è uno che si esalta per le grandi imprese.
Non per parlare male di mio marito anzi… avercene. Ma io me lo sentivo che stava facendo la cazzata. Scusate il termine. Insomma al quarto giorno mi si presenta con un sorriso stampato sulla fronte, tutto sudato, stanco, aveva lavorato giorno e notte.
(Guarda il lavoro che sta cucendo)
Noooo. Non è possibile… ho sbagliato un’altra volta. Non so dove ho la testa, è la quarta volta che faccio e disfo e rifaccio e disfo di nuovo. Mi sembra di essere quello, com’è che faceva?
(imitando maestro Miyagi)
Metti la cera, togli la cera, Penelope metti la tela, disfa la tela, rido per non piangere perché sta tela mi sta facendo perdere tanto di quel tempo che non vi dico. Va be’ il tempo non mi manca, mio marito è via per lavoro e buona notte, chissà quando torna. Mio figlio è sempre in camera sua al cellulare…
(bussa alla parete)
Telemaco! Finiscila di giocare, vieni da tua madre. Chissà cosa guarda, anzi non voglio saperlo. Telegrafo dovevo chiamarlo. Ma io che vi stavo dicendo? Ah, del letto, giusto. Mi arriva con quel sorriso di chi ha avuto un’idea geniale e mi porta in camera. senza parole. Letto intagliato in ulivo secolare, due piazze e mezza, nodoso che non vi dico il mal di schiena e soprattutto… il trionfo della segatura in camera da letto! Un disastro, lenzuola federe, copripiumino di flanella, tutto rovinato ho trovato segatura per sei mesi… non c’era verso di farla andare via, ma dico, un letto normale… Mi dice pensavo fosse un’idea romantica. L’ho fulminato con lo sguardo, ha preso è uscito con la barca e non è ancora tornato

GIASONE E ATALANTA

ATALANTA
Quando sono nata io mio padre non mi ha neanche guardata in faccia. Ha chiesto: è femmina o maschio? Poi ha sputato in terra e ha detto al suo servo di abbandonarmi in un bosco.
GIASONE
Quando sono nato io mia madre mi ha guardato con amore. Ha chiamato tutte le donne e le ha fatte piangere forte per far credere allo zio che fossi morto.
ATALANTA
Sono stata cresciuta da un orsa.
GIASONE
Sono stato cresciuto da Chirone, il centauro.
ATALANTA
Un giorno mentre giocavo con una lepre nel bosco una freccia mi ha sfiorato i capelli.
GIASONE
Un giorno mentre guadavo il fiume Anauro ho perso un sandalo.
ATALANTA
C’era una donna giovane vestita come un ragazzo, con i capelli corti e la faretra.
GIASONE
C’era una donna anziana che voleva attraversare e io l’ho presa in braccio.
ATALANTA
Era Diana, dea della caccia, signora dei boschi.
GIASONE
Era Era dalle bianche braccia, la potente e divina.
ATALANTA E GIASONE
E il mio destino fu segnato.
ATALANTA
Mi dissero: tu ormai sei una donna e il posto di una donna è a fianco di un uomo.
GIASONE
Mi dissero: tu ormai sei un uomo e il posto di un uomo è sul trono.
ATALANTA
Ma a me piacerebbe un fratello più che un marito…
GIASONE
Ma a me piacerebbe un letto più che un seggio…
ATALANTA E GIASONE
Ci vorrebbe un viaggio in mare.
GIASONE (ad Atalanta)
No, una donna in mezzo a cinquanta uomini non ce la voglio!
ATALANTA
E così siamo finiti a bordo della prima nave che mai abbia solcato i mari, Argo.
GIASONE
E così siamo finiti a bordo della prima nave che mai abbia solcato i mari, Argo.
ATALANTA
Memorabile fu la traversata delle rocce stregate che si richiusero al nostro passaggio come il muro di una prigione, una colomba ci guidò nel cielo.
GIASONE
Meravigliosa la lotta contro le Arpie, gli schifosi mostri volanti.
ATALANTA
E la terra delle Amazzoni, le terribili guerriere.
GIASONE
E l’isola di Lemno, di sole donne.
ATALANTA
Quando la nave costeggiò il Caucaso, un’aquila apparve stridendo.
GIASONE
E in bocca aveva il fegato strappato
ATALANTA
E in bocca aveva il fegato strappato a Prometeo
GIASONE
E in bocca aveva il fegato strappato a Prometeo, per volere di Zeus.
ATALANTA E GIASONE
E poi fu l’amore.
ATALANTA
Tre mele d’oro stregate aiutarono Melanione a battermi nella corsa.
GIASONE
I farmaci di Medea mi aiutarono a vincere il Vello d’oro.
(Ultima frase detta in contemporanea)
ATALANTA
Il resto è un viaggio che non vi posso raccontare perché non l’ho ancora percorso ma il vasto mare mi attende e anche se sono la più forte so che ho trovato la fragilità per amare.
GIASONE
Il resto è un viaggio che non vi posso raccontare perché non l’ho ancora percorso ma il vasto mare mi attende e anche se sono il più debole so che ho trovato la forza per amare.

GIASONE (monologo)

(Mentre entra il pubblico Giasone sta ripassando i principali nodi marinari. Indossa uno zaino da viaggio e ha uno smartphone a portata di mano)
Eracle? Oh ci sei? Senti io sono pronto, hai fatto i nodi? No perché è la prima cosa che ti chiedono, sai? Come? Ma stai tranquillo se non prendono te andiamo tutti a casa! Fai lo zaino piuttosto che sei sempre l’ultimo.
(Si sente una notifica whatsapp)
Ecco, vengono anche Peleo, Castore Polluce, mi sa che ci divertiremo.
Io coi gemelli sono sempre in difficoltà. Il nome lo butto a caso, come la monetina. Senti Castore… Sono Polluce, guarda qua Polluce… Sono Castore. Ti pare possibile? Non ci azzecco mai, mai! Quelli mi prendono in giro te lo dico io. Sono identici, due gocce d’acqua dello stesso rubinetto. C’è solo un modo per distinguerli: Castore corre più veloce e Polluce picchia più forte. Non è che per distinguerli posso mettermi a fare a pugni ogni volta. Niente la gassa d’amante non mi viene. Forse prima mi devo innamorare, chi lo sa. Guarda che non parto per trovare la ragazza, che scherziamo? Li vedi questi poster? Io non sono mai stato su una nave ma sogno questo momento da quando ho tre anni.
(si sente una notifica whatsapp. Giasone legge il messaggio e sbuffa, è molto contrariato, anzi è un po’ arrabbiato)
Ancora.
Mia mamma mi mette ansia, mi fa rabbia perché mi butta addosso tutta la sua…
(Suona il telefono)
Mamma cosa vuoi? No non ti rispondo male, ma sono di fretta.
Si sono di fretta anche se mi chiamano i miei amici, perché mi hai chiamato. No. Non mi serve il phone sull’Amerigo Vespucci perché mi appendono all’albero maestro e mi si asciugano in trenta secondi! Mamma smettila!
(cambia improvvisamente l’atmosfera. Giasone sembra sentirsi in colpa per essersi adirato, sente la madre singhiozzare al telefono)
Madre, ti prego, non abbandonarti all’angoscia di un tormento così crudele.
Con le tue lacrime non mi allontanerai dai pericoli, ma soltanto aggiungerai dolore a dolore.
Tutto ciò che serve per salpare è in ordine e l’equipaggio è pronto sulla nostra nave: non c’è motivo di indugiare né rimandare la partenza. Anch’io ti voglio bene mamma, anch’io.

GIOCASTA

E anche se fosse? Se lo fa Madonna va bene se lo faccio io no?
Lory del Santo l’avete vista? Sta con uno di ventun anni, potrebbe essere mio figlio… mi vengono i brividi solo al pensiero.
Demi Moore, Jennifer Lopez, posso andare avanti fino a stanotte se volete.
Ma se la regina Giocasta sposa un uomo leggermente più giovane… apriti cielo. Io vi vedo tutti, cosa credete… sento le risate, le vostre voci, le cattiverie, le scritte sui muri del palazzo che i servi si adoperano a cancellare in fretta e furia: la regina s’è fatta il Toy Boy, no signori non ve lo permetto! Non ve lo permetto! NON-VE-LO-PER- MET-TO.
Quando c’era la sfinge che uccideva i nostri giovani tutti enigmisti, capita la pestilenza, tutti virologi, riapre il campionato tutti allenatori, si sposa la regina… tutti psicologi! E piantatela una buona volta!
Suona il telefono. Giocasta risponde, si sente la voce di Edipo
Edipo: Amoreeee… Me la porti la merenda?
Sì amore, te la porto subito
Edipo: Ah, già che ci sei porta qualcosa anche agli ospiti che ci sono venuti a trovare!
Che bello, hai invitato i tuoi amichetti? Allora preparo ancora un po’ di pane e nutella.
(attacca il telefono)
Ah, i mariti! Lui adora il pane con la nutella, fosse per lui mangerebbe solo quello, deve avercelo abituato sua mamma. Poi la gente non sa di quello che parla. Uno dice l’uomo giovane, ti fa da badante, invece no. La realtà è che sono io a prendermi cura di lui, a volte torna a casa con dei piedi così gonfi… gli faccio un bel pediluvio, un massaggino, lui si rilassa… Io invece più passa il tempo più mi sento forte. Ho un’energia rinnovata. Sarà che i nostri figli stanno crescendo e ora ho più tempo per me stessa… Che poi li ho tirati su praticamente da sola eh… Mai una volta che mia suocera si sia fatta viva per dire, che ne so, tengo io i bambini, tu Giocasta rilassati pure, prenditi una mezza giornata per te… niente! Non si è mai fatta vedere, non una telefonata, non un regalo di nozze, non un fiore quando sono nati i nostri figli, niente! Egoista e assente, resti fra noi, una donna orrenda!
(le viene consegnata una lettera)
Va beh, ancora lettere minatorie, adesso basta, non ne posso più! Saranno le solite buffonate, fammi leggere un po’. Oh abbiamo un poeta
(canzonandolo)
… Umberto Eco
Il vispo Tiresia / avea nel boschetto / di Tebe sorpreso / Edipo soletto. / E con un sogghigno / il cieco maligno / gridava: ”Su presto! / L’hai fatto l’incesto?” / A lui sospirando / L’afflitto gridò: / “Se sto copulando / Che male ti fo? / Tu si mi fai male / Svelando il fatale / Complesso, che ignoro! / Deh taci, ti imploro!” / Tiresia, quel bieco, / rispose: ”Macchè! / Son cieco? Sii cieco! / Perché solo a me?”
Incesto. Veramente? Mio marito sarebbe mio figlio? Non ci credo, si sono spinti così in basso da insinuare che io… sono mia suocera?! Eh no signori questo non ve lo permetto! Non ve lo permetto! NON-VE-LO-PER-MET-TO.
(Li caccia via infuriata)
LE GORGONI
(Stenno ed Euriale eseguono con le voci un Tappeto sonoro ritmico con le voci che durante le pause si blocca)

STENNO
Ciao io sono Stenno
EURIALE
Io sono Euriale
STENNO E EURIALE
E lei è Medusa
Insieme siamo le Gorgoni!
EURIALE
Il mio super potere è il super cha cha
(Pausa sguardi)
STENNO
Il mio super potere è la super forza
STENNO E EURIALE
Naturalmente lei è quella che comanda.
(Pausa sguardi)
EURIALE
Siamo tre sorelle e appena ho compiuto diciotto anni abbiamo deciso di mettere in piedi questa piccola attività. Io sono la più giovane, non so se si era capito.
STENNO
Non è stato facile eh… tra la burocrazia, le richieste, i permessi…
EURIALE
Ma non è tanto il discorso di compilare moduli il problema eh
STENNO
e ti sembra di parlare con un muro.
EURIALE
Abbiamo cominciato da piccole a giocare con i capelli, i trucchi, le unghie e poi cha cha
STENNO
Eccoci qui a gestire il salone più ignorante del west!
STENNO E EURIALE
Atena ci odia!
STENNO
Medusa si è occupata di INAIL, INPS, agibilità, permessi… Lei è fatta così, ha un fascino misterioso… nessuno riesce a dirle di no!
EURIALE
Parla poco ma a volte se ne esce con delle freddure che ti lasciano di sasso
Pausa sguardi
STENNO
Quando il salone è chiuso ci prendiamo cura di noi stesse
EURIALE
Ci piace essere sempre al top
(rivolta a Medusa)
Guarda tesoro, sei un disastro, non possiamo mica ricevere le clienti così, che figura ci facciamo?
STENNO
Gliela diamo una spuntatina?
Sibilo di serpenti
EURIALE
MMM… Non lo so, pensaci tu va, io mi occupo delle unghie.
STENNO (mostrando le immagini dei tagli)
Che ne dici di un caschetto glam- rock? Un lob? Bob spettinato? Pixie cut bon ton? Frangia? Taglio alla Perseo?
L’ultima immagine è la Medusa di Caravaggio. Pausa sguardi
EURIALE
E dai! Smollati un po’! Cha cha su!
Non si può nemmeno scherzare?
Euriale spruzza i capelli di Medusa, i serpenti sibilano e le due sorelle ridono
Senti come sibilano! No perché Medusa cha cha cha un bel caratterino! E’ brava, eh ma è fatta a modo suo
STENNO
Uno si figura la parrucchiera che parla parla e non si ferma mai vero? Ma lei no, forse l’avrete già capito. Una volta è entrata una che non stava zitta un secondo te la ricordi?
EURIALE
Un torrente in piena di chiacchiere pettegole: il vicino con la musica alta, l’emorroidi della nonna, l’amante del farmacista…
STENNO
(imitando la cliente)
Sapete l’ultima? il mio capo è stato lasciato, è distrutto, e la sua ex su facebook che manda cuori e gattini come se non ci fosse un domani! Poi le dice: allora come me li taglia i capelli? E mia sorella:
STENNO E EURIALE
in silenzio
EURIALE
Con due parole l’ha pietrificata: shampoo, colore, taglio, piega… zitta.
STENNO E EURIALE
(quasi sibilando)
Sssssssst…
STENNO
Che ci volete fare, lei è così: nel suo campo è la migliore ma di certo non può andare avanti in eterno…
EURIALE
Stai pensando a quello che penso io?
STENNO
Come sempre, sorella!
STENNO E EURIALE
L’amore!
STENNO
Sì, ho visto un’infinità di casi e alla fine i cambiamenti più drastici sono tutti per amore
MEDUSA
Sapete una cosa?
(Stenno e Euriale la guardano sorprese)
Sento che perderò la testa…
(Musica: Medusa Cha cha di Vinicio Capossela)

EDIPO

Ciao ciao ciao, fate pure come foste a casa vostra tanto io neppure vi vedo.
Mamma… Sono arrivati degli ospiti!
Ora ci pensa mamma a sistemarvi per bene, ma non è che vi voglia cacciare eh, intendiamoci, se volete stare qui a farmi compagnia nessun problema… Se vi annoiate potete pure prendere le settimane enigmistiche che stanno lì, tanto io i cruciverba non li guardo neanche, a me interessa solo la pagina della sfinge, in quella sono il migliore, non mi batte nessuno…
mammaaaaa… Ma perché non risponde?
Amoreeee… Me la porti la merenda? Ah, già che ci sei porta qualcosa anche agli ospiti che ci sono venuti a trovare!
Vediamo un po’… Frase palindroma crittografica (1 – 2 4 6 – «6») Il capolavoro virgiliano… vabbè questa è facile: È – di Enea epopea – «Eneide».
Vedete è palindroma e mi ricorda pure un’avventura fatta di recente… Vediamo…
Aggiunta finale crittografica (7 = 3 5)…
Il Minotauro nel labirinto, ecco sì sì Contese con TeseO.
Queste sono fin troppo semplici…
Crittografia a frase a rovescio (4 2 4 = 7 1 2) Campagne vercellesi… Che ne so io di Vercelli!
Amore? Ma dov’è Vercelli? Voi lo sapete? Qualcuno? Ah, Piemonte… E che ci coltivano? Ma certo il riso!
Ecco qua: Aree di riso = Osiride e Ra.
Mamma, te li ricordi Osiride e Ra? Ma sì dai quelli mezzi imparentati con la signora dell’appartamento nell’altra ala del condominio, quella che ti legge le carte…
Crittografia a frase (4 6 = 6 4) guardo Afrodite… Vedo Venere = Vedove nere.
Falso vezzeggiativo: casto, castello. Frase doppia: tre mendicanti, tremendi canti.
Sopostamento d’accento: calamita, calamità.
Crittografia (1 2 2 4, 1 5 = 8 7) CIRANO: R in un CIAO, N erosa = rinuncia onerosa.
Senti cara, lascia perdere la merenda che mi è passata la fame.
Crittografia mnemonica: colpo di fulmine… 6 5 ma certo! Frutta cotta.
Va bene ragazzi, mi spiace ma la mamma oggi è troppo occupata per ricevervi, sarà per un altro giorno via.
CUCCHIAINO (5 6 2 13)… Mezzo minuto di raccoglimento…
Fate il piacere di chiudere la porta quando uscite.
Ciao, ciao ciao.
(continua da solo ad alta voce)
«Chi, pur avendo una sola voce, si trasforma in quadrupede, bipede e tripede?»

ERACLE

(L’attore durante il monologo esegue gli undici movimenti della disciplina olimpica del sollevamento pesi così come nella scomposizione descritta da Jacques Lecoq. Al 12 la posizione è neutra.)
Prego sì prego venite avanti, scusate ma io qui non mi posso fermare perché ho dei ritmi di allenamento abbastanza serrati. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci, undici, dodici.
Leone, Idra, Cerva. Cinghiale, Letame. Stormo. Toro. Giumente. Cintura. Buoi, Mele. Inferno. Ecco vedete, non mi posso fermare perché poi perdo il ritmo.
Quando sono a casa mi alleno sempre, a pranzo sto leggero e la sera mi faccio un po’ di carne alla brace e qualche ciambella d’orzo. Almeno dodici! Ah sì.
Uno, due, tre… Il sollevamento pesi mi rilassa
quattro, cinque… forse vi può sembrare una fatica e invece non lo è per niente
sei, sette, otto… Lo sforzo dinamico ed esplosivo, BUM. Pare una gran botta invece è solo una sospensione.
Non devi assolutamente anticipare, devi saper cogliere il momento giusto. Tira tira tira, aspetta aspetta aspetta e BUM!
nove, dieci, undici, dodici. È semplice e rilassante.
Leone, Idra, Cerva. Cinghiale, Letame. Stormo. Toro. Giumente. Cintura. Buoi, Mele. Inferno.
A lavoro invece non mi rilasso mai, io faccio il buttafuori, attacco intorno a mezzanotte.
Oggi dovevano esserci le finali di atletica. Tokyo 2020. Esaltante. Zeus, Era, Artemide. Dioniso, Atena. Efesto. Mare. Ares. Sole. Era. Gea Ade.
E invece niente, fra poco mi tocca attaccare con il solito controllo sicurezza, preselezione clientela, non far accalcare la gente all’ingresso… Io non sono violento eh, io tratto gli altri come loro trattano me.
Leone, Idra, Cerva. Cinghiale, Letame. Stormo. Toro. Giumente. Cintura. Buoi, Mele. Inferno. Zeus, Era, Artemide. Dioniso, Atena. Efesto. Mare. Ares. Sole. Era. Gea Ade.
Quando la gente mi si presenta davanti in discoteca devo scegliere chi far entrare e chi no.
È molto semplice.
Sei davanti ad un bivio, ci sono due donne bellissime. Da una parte un bel seno voluttuoso e oliato e una bocca di rosa da cui si intravedono i sospiri della felicità. Dall’altra una donna serena e composta, con un abito di lino bianco che non lascia indovinare nulla del corpo e gli occhi… uno specchio di virtù. Voi chi fareste entrare? Per me la scelta è sempre ovvia. Uno, due, tre… Questo è il momento in cui si afferra l’asta.
Quattro, cinque… Questo è lo strappo
Sei… Attendere l’attimo giusto, senza fretta, senza pensare
sette… Qui il cielo è sospeso come la volta sulle spalle di Atlante otto… L’esercizio è completo e basta riportare il peso a terra.
Nove, dieci, undici, dodici… chi preferisce l’oro e la ricchezza ai buoni amici è un folle!
Ora vi saluto, perché fra un po’ riattacco a lavorare e vorrei fare ancora qualche sessione prima di buttarmi in doccia.
È stato un piacere, il non plus ultra, arrivederci!
Ah fra le due donne di prima lascio entrare la femme fatale naturalmente, l’altra la tengo fuori così posso stare con lei.
Leone, Idra, Cerva. Cinghiale, Letame. Stormo. Toro. Giumente. Cintura. Buoi, Mele. Inferno.
Zeus, Era, Artemide. Dioniso, Atena. Efesto. Mare. Ares. Sole. Era. Gea Ade.
1234 OLIMPO 5678 INFERNO

PSICHE

Buonasera, benvenuti, piacere, Anna Canova, sessuologa, Psiche per gli amici… Non vi aspettavo tutti a quest’ora, che dire, in qualche modo risolveremo… Dato che sono abituata a trattare argomenti delicati io tendo a privilegiare il rapporto diretto, a due intendo, ma in questo caso… Che dire, farò un’eccezione, ma sì… voi ve la sentite di fare una bella sessione di gruppo? Non so, sono un po’ in imbarazzo anch’io… che vi devo dire?
deve essere stato il mio segretario a fare confusione con gli appuntamenti, che guaio… Facciamo che inizio io, così per sciogliere il ghiaccio…
(mmm, sospiri di piacere)
Oh, scusate… ecco partiamo proprio dagli inizi, dalle basi diciamo… io da giovane, proprio da vergine intendo, ero un’ingenua, una di quelle che credono un po’ a tutto quello che le dicono: sei la più bella del mondo, dammela e vivrai da regina, non mettiamo una barriera di lattice al nostro amore e cose di questo tipo… una vera cretina!
Vi dico solo che la prima volta che sono andata a letto con uno l’ho fatto completamente al buio… cioè manco lo conoscevo, mi aveva contattato al volo in una chat, sono andata a casa sua e così a luci spente, l’abbiamo fatto…
Un dolore… la prima volta… poi ha iniziato a piacermi… e mi dicevo Psiche smettila, sei una cretina, non tornarci… ma come fa a piacerti uno così, che non sai neanche che faccia abbia. Ma a me piaceva, piaceva tanto. Mi piacevano il suo odore la sua pelle morbida e quella sua voce profonda e poi mi piaceva perché anche al buio si capiva che era innamorato. Mi toccava con amore… Con rispetto… Con dolcezza…
(sospiri)
È andata avanti così per un po’ ed era bello sì… ma poi…
beh ecco, oltre ad essere bella e stupida, ho sempre avuto una cosa fondamentale per una sessualità appagante… la curiosità! Così un giorno ho acceso la luce e…
ho scoperto il sesso!
Sono stata un’idiota, diciamocelo chiaramente: un’incosciente, sarebbe potuto succedermi di tutto, avrei potuto incontrare un mostro. Io ve lo dico, la mia è stata solo fortuna, una fortuna sfacciata… sì perché quello lì della mia prima volta, quello con cui ho scoperto il sesso, è la stessa persona con cui faccio l’amore oggi, tutti i giorni… e ci siamo pure sposati.
Sua madre era gelosa naturalmente… ha fatto tutta una tiritera per impedire le nozze… cioè non sono le solite lamentele sulla suocera, quella ha provato proprio ad ammazzarmi… ma il mio Amore è stato più forte di tutto e quando abbiamo avuto una figlia l’abbiamo chiamata Voluttà… che significa: piacere intenso e diffuso che si prova nella soddisfazione del desiderio sessuale…
(sospira)
Non è che potete pensare di essere così fortunati anche voi eh, il mio caso è un unicum!
Per questa prima sessione di gruppo mi sento di darvi queste tre regole di base per un sesso appagante: protezione, curiosità e soprattutto amore… per voi stessi!
Direi che per oggi può bastare… facciamo che la prossima volta vi prenotate singolarmente d’accordo? Arrivederci e mi raccomando… non trascurate la vostra Psiche…

A questo link la versione del copione in KitScenarist I-monologhi-degli-eroi.kitsp

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Ecco un esempio del contesto in cui abbiamo messo in scena il copione:

2020 Chiusi, borgo degli eroi

A questi link trovate alcune suggestioni per la costruzione dei personaggi