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Giasone e Atalanta

studenti

Eroe protagonista delle Argonautiche, Giasone parte con 50 eroi suoi coetanei alla ricerca del vello d’oro. Il suo viaggio verso l’ignoto sulla nave Argo, la prima a solcare il mare, lo porterà al distacco dai genitori e alla scoperta dell’amore. Dei cinquanta giovani eroi greci presenti sulla barca, il mito ci racconta solo di una donna, Atalanta e in alcune versioni del mito la sua parte è pure tagliata…

costruzione personaggio

Focus corporeobraccia
attitudine caratterialeinquieto
Professionestudente
costumejeans e felpa con cappuccio
oggetti e allestimentozaino da viaggio, sacco a pelo, poster navi, poster erasmus/overseas, tavola montessoriana bandiere mondo

personaggio iconico di riferimento Greta Thunberg

il pezzo a due con Atalanta

ATALANTA 

Quando sono nata io mio padre non mi ha neanche guardata in faccia. Ha chiesto: è femmina o maschio? Poi ha sputato in terra e ha detto al suo servo di abbandonarmi in un bosco.

GIASONE 

Quando sono nato io mia madre mi ha guardato con amore. Ha chiamato tutte le donne e le ha fatte piangere forte per far credere allo zio che fossi morto. 

ATALANTA 

Sono stata cresciuta da un orsa. 

GIASONE 

Sono stato cresciuto da Chirone, il centauro. 

ATALANTA 

Un giorno mentre giocavo con una lepre nel bosco una freccia mi ha sfiorato i capelli.

GIASONE 

Un giorno mentre guadavo il fiume Anauro ho perso un sandalo.

ATALANTA 

C’era una donna giovane vestita come un ragazzo, con i capelli corti e la faretra.

GIASONE 

C’era una donna anziana che voleva attraversare e io l’ho presa in braccio. 

ATALANTA 

Era Diana, dea della caccia, signora dei boschi.

GIASONE 

Era Era dalle bianche braccia, la potente e divina.

ATALANTA E GIASONE

E il mio destino fu segnato.

ATALANTA 

Mi dissero: tu ormai sei una donna e il posto di una donna è a fianco di un uomo. 

GIASONE 

Mi dissero: tu ormai sei un uomo e il posto di un uomo è sul trono.

ATALANTA 

Ma a me piacerebbe un fratello più che un marito…

GIASONE 

Ma a me piacerebbe un letto più che un seggio…

ATALANTA E GIASONE

Ci vorrebbe un viaggio in mare.

GIASONE (ad Atalanta)

No, una donna in mezzo a cinquanta uomini non ce la voglio!

ATALANTA 

E così siamo finiti a bordo della prima nave che mai abbia solcato i mari, Argo.

GIASONE 

E così siamo finiti a bordo della prima nave che mai abbia solcato i mari, Argo.

ATALANTA 

Memorabile fu la traversata delle rocce stregate che si richiusero al nostro passaggio come il muro di una prigione, una colomba ci guidò nel cielo. 

GIASONE 

Meravigliosa la lotta contro le Arpie, gli schifosi mostri volanti. 

ATALANTA 

E la terra delle Amazzoni, le terribili guerriere.

GIASONE 

E l’isola di Lemno, di sole donne.

ATALANTA 

Quando la nave costeggiò il Caucaso, un’aquila apparve stridendo.

GIASONE

E in bocca aveva il fegato strappato

ATALANTA 

E in bocca aveva il fegato strappato a Prometeo

GIASONE 

E in bocca aveva il fegato strappato a Prometeo, per volere di Zeus. 

ATALANTA E GIASONE

E poi fu l’amore.

ATALANTA 

Tre mele d’oro stregate aiutarono Melanione a battermi nella corsa. 

GIASONE 

I farmaci di Medea mi aiutarono a vincere il Vello d’oro.

Ultima frase detta in contemporanea 

ATALANTA 

Il resto è un viaggio che non vi posso raccontare perché non l’ho ancora percorso ma il vasto mare mi attende e anche se sono la più forte so che ho trovato la fragilità per amare. 

GIASONE 

Il resto è un viaggio che non vi posso raccontare perché non l’ho ancora percorso ma il vasto mare mi attende e anche se sono il più debole so che ho trovato la forza per amare. 

il monologo di Giasone

Mentre entra il pubblico Giasone sta ripassando i principali nodi marinari. Indossa uno zaino da viaggio e ha uno smartphone a portata di mano.

Eracle? Oh ci sei? Senti io sono pronto, hai fatto i nodi? No perché è la prima cosa che ti chiedono, sai? Come? Ma stai tranquillo se non prendono te andiamo tutti a casa! Fai lo zaino piuttosto che sei sempre l’ultimo.

(Si sente una notifica whatsapp)

Ecco, vengono anche Peleo, Castore Polluce, mi sa che ci divertiremo.
Io coi gemelli sono sempre in difficoltà. Il nome lo butto a caso, come la monetina. Senti Castore… Sono Polluce, guarda qua Polluce… Sono Castore. Ti pare possibile? Non ci azzecco mai, mai! Quelli mi prendono in giro te lo dico io. Sono identici, due gocce d’acqua dello stesso rubinetto. C’è solo un modo per distinguerli: Castore corre più veloce e Polluce picchia più forte. Non è che per distinguerli posso mettermi a fare a pugni ogni volta. Niente la gassa d’amante non mi viene. Forse prima mi devo innamorare, chi lo sa. Guarda che non parto per trovare la ragazza, che scherziamo? Li vedi questi poster? Io non sono mai stato su una nave ma sogno questo momento da quando ho tre anni.

(si sente una notifica whatsapp. Giasone legge il messaggio e sbuffa, è molto contrariato, anzi è un po’ arrabbiato)

Ancora.
Mia mamma mi mette ansia, mi fa rabbia perché mi butta addosso tutta la sua…

(Suona il telefono)

Mamma cosa vuoi? No non ti rispondo male, ma sono di fretta.
Si sono di fretta anche se mi chiamano i miei amici, perché mi hai chiamato. No. Non mi serve il phone sull’Amerigo Vespucci perché mi appendono all’albero maestro e mi si asciugano in trenta secondi! Mamma smettila!

(cambia improvvisamente l’atmosfera. Giasone sembra sentirsi in colpa per essersi adirato, sente la madre singhiozzare al telefono)

Madre, ti prego, non abbandonarti all’angoscia di un tormento così crudele.
Con le tue lacrime non mi allontanerai dai pericoli, ma soltanto aggiungerai dolore a dolore.
Tutto ciò che serve per salpare è in ordine e l’equipaggio è pronto sulla nostra nave: non c’è motivo di indugiare né rimandare la partenza. Anch’io ti voglio bene mamma, anch’io.