alto rendimento, viaggio nel mito, eroine, Penelope

Penelope

la sarta

Regina di Itaca, moglie di Odisseo, madre di Telemaco. Resiste alla corte dei Proci, principi stranieri, rimandando la decisione su chi sposare con il famoso stratagemma della tela tessuta di giorno e disfatta la notte. Riconoscerà il marito al suo ritorno ad Itaca dopo 20 anni di assenza grazie un particolare: il letto nuziale da lui costruito sul ceppo radicato a terra di un ulivo secolare. 

costruzione personaggio

Focus corporeotremore piede destro
attitudine caratterialepazienza
Professionesarta
costumecamicia, gonna svasata a ginocchio
oggetti e allestimentomacchina da cucire, stoffe, fili, uncinetto, aghi da cucito, metro da sarta, modello

personaggio iconico di riferimento Chiara Ferragni

monologo

(Sta lavorando con la macchina da cucire)

Sono nera con mio marito, va bene?Nera. Gli avevo detto, amore il letto scegliamolo con criterio per favore. Ci sono quelli con i cassetti sotto hai presente? Saranno comodi? D’estate ci metti il piumone, ci metti le federe, le lenzuola pulite. Io volevo uno di quelli… ma tipo Ikea, non è che volessi il letto firmato Enrico Coveri. Cara ci penso io, non entrare in camera da letto che faccio io. Un momento! Maledetti proci, scusate.

(va alla porta e apre leggermente)

Sì caro dimmi, cosa c’è stavolta? Ma che bei fiori, sei proprio romantico. Purtroppo sono allergica.. Eh, caro mio, lascia perdere dai che sto finendo di cucire. Sì ti chiamo io quando ho finito… Ma che carino grazie…

(chiude la porta)

Che pazienza con gli uomini. Cosa stavo dicendo? Ah, il letto. Lui è anche bravo come falegname, bricolage, fai da te, in garage si diverte. Passano tre giorni, niente. Comincio un po’ a preoccuparmi perché lo conosco, quando si fa prendere dall’entusiasmo, è uno che si esalta per le grandi imprese.
Non per parlare male di mio marito anzi… avercene. Ma io me lo sentivo che stava facendo la cazzata. Scusate il termine. Insomma al quarto giorno mi si presenta con un sorriso stampato sulla fronte, tutto sudato, stanco, aveva lavorato giorno e notte.

(Guarda il lavoro che sta cucendo)

Noooo. Non è possibile… ho sbagliato un’altra volta. Non so dove ho la testa, è la quarta volta che faccio e disfo e rifaccio e disfo di nuovo. Mi sembra di essere quello, com’è che faceva?

(imitando maestro Miyagi)

Metti la cera, togli la cera, Penelope metti la tela, disfa la tela, rido per non piangere perché sta tela mi sta facendo perdere tanto di quel tempo che non vi dico. Va be’ il tempo non mi manca, mio marito è via per lavoro e buona notte, chissà quando torna. Mio figlio è sempre in camera sua al cellulare…

(bussa alla parete)

Telemaco! Finiscila di giocare, vieni da tua madre. Chissà cosa guarda, anzi non voglio saperlo. Telegrafo dovevo chiamarlo. Ma io che vi stavo dicendo? Ah, del letto, giusto. Mi arriva con quel sorriso di chi ha avuto un’idea geniale e mi porta in camera. senza parole. Letto intagliato in ulivo secolare, due piazze e mezza, nodoso che non vi dico il mal di schiena e soprattutto… il trionfo della segatura in camera da letto! Un disastro, lenzuola federe, copripiumino di flanella, tutto rovinato ho trovato segatura per sei mesi… non c’era verso di farla andare via, ma dico, un letto normale… Mi dice pensavo fosse un’idea romantica. L’ho fulminato con lo sguardo, ha preso è uscito con la barca e non è ancora tornato.